A Catania la prima cosa che molti viaggiatori fanno quando arrivano è mangiare. La seconda è pensare a cosa possono mangiare nei giorni seguenti. Poi arriva il mare, il sole, il giro nel centro storico, il barocco e la cultura. E può capitare, tra un tuffo e l’altro, di avere di nuovo fame perché si sa che il mare mette appetito anche ai più intransigenti sostenitori del fit food. PoliRecords non vi giudicherà per questo, state tranquilli. Piuttosto, sarà lieto di svelarvi i 5 piatti della cucina catanese che non potete assolutamente perdervi.
La lista seguente comincia e finisce con la melanzana, ovvero quello che nel resto d’Italia è considerato un ortaggio come diversi altri suoi simili. Ma che in Sicilia è venerato come una divinità al pari di Giunone. E proprio per merito (o per colpa di Giunone) è nato il primo epico ristorante in cui PoliRecords ha scoperto i mille usi che della melanzana possono farsi in cucina, e tutte le altre prelibatezze di cui andrete ghiotti pure voi. Per questa storia, però, dovrete passare attraverso i 5 consigli culinari del ciclope più esperto in materia di cibo siciliano.
Consigli culinari
- Pasta alla Norma: che abbia o no a che fare con la Norma di Vincenzo Bellini non s’è mai capito. Di sicuro il pomodoro fresco, il basilico, la melanzana fritta e la ricotta salata poesia, struggimento e arte ne contengono molta.
- Arancino: è un apostrofo rosa tra molte cose e, per questo, vi rimandiamo a un altro articolo del vostro ciclope preferito.
- Frittura di pesce in coppo: ogni cosa deve stare al suo posto, l’ordine è importante e così il fritto misto nel coppo di carta è l’esperienza mistica che stavate cercando. Scirocco – un localino alle spalle della Vecchia Pescheria – è il posto che dovrete cercare.
- Carne di cavallo arrosto: a Catania i cavalli crescono, corrono, gareggiano e finiscono pure per essere cucinati. Il salmoriglio è l’estrema unzione che mette fine a tutte le rimostranze etiche nel cibarsi di un nobile destriero.
- Caponata: peperoni, olive nere, pomodoro, patate, cipolla, sedano, melanzane e – tocco gourmet – mandorle tostate o pinoli. Quella della mamma è sempre la più buona e, se non ne avete una siciliana che ve la cucini, vi presteremo la nostra.
Giunone e l’avvento del buon cibo
PoliRecords, adesso che v’ha fatto venire fame, è pronto a raccontarvi quella storia olimpica su Giunone e l’avvento del buon cibo. La dea era la moglie del dio Giove, in pratica una first lady bellissima ma trattata da schifo dal marito. Dopo uno di quei litigi da fulmini e saette, la dea decise di scendere sulla Terra e di farsi un po’ di fatti propri così, dopo alcuni mesi, generò Efesto, il più brutto semidio mai partorito. Il giovanotto, fin dall’inizio, ebbe sempre un rapporto molto conflittuale con la madre, la quale non disdegnava di tormentarlo con dispetti sempre più cattivi.
Per farsi perdonare da uno sgarbo, Giunone diede in moglie a Efesto la bellissima Venere che non era fedele come la più pia delle consorti. E, dopo l’ultimo e plateale tradimento, il bruttissimo semidio decise di abbandonare per sempre l’Olimpo. E di trasferirsi in Sicilia dove, l’amico Poli, gli affittò una delle sue caverne, una di quelle in cui la notte andavano a dormire le sue greggi. Dopo essere rimasto solo e avere meditato su molte cose, Efesto mise in piedi il più rinomato ristorante di tutto il panorama lavico. È nella sua cucina che, a dire di PoliRecords, nacquero i piatti della tradizione catanese.
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Detoxic
Benvenuto in Catania a Tavola, la guida on-line dove scoprire profumi e sapori tradizionali che l’antica arte gastronomica sa valorizzare appieno.